Olio di palma: facciamo chiarezza sull’olio vegetale più discusso degli ultimi anni!

Olio di palma fa bene o fa male?

L’olio di palma fa bene o fa male? Al di là dei seri problemi ambientali che la sua produzione comporta, possiamo ritenerlo davvero un alimento pericoloso per la nostra salute? Sono queste le domande al centro del dibattito che da qualche tempo ruotano attorno a questa particolare tipologia di olio vegetale ricavato dalle palme. La dottoressa Manuela Baldi, medico nutrizionista che da anni collabora con il poliambulatorio di Biomedica Tortonese ci spiega perché non esistono prove di rischi di salute legate all’assunzione di questo alimento.

 

Che cos’è l’olio di palma?

L’olio di palma è un olio di origine vegetale ricavato principalmente da una particolare varietà di pianta, l’Elaeis guineensis. Grazie al basso costo di produzione e alla facilità di estrazione dal frutto che lo secerne, l’utilizzo di questa tipologia di alimento è cresciuta sensibilmente nel corso della seconda metà del XX secolo, tanto da farlo diventare uno degli ingredienti più utilizzati nell’industria alimentare di tutto il mondo. L’olio di palma è infatti contenuto nella maggior parte di:

  • biscotti per la colazione e biscottini da tè ai vari gusti;
  • cornetti e brioches confezionati;
  • merendine dolci confezionate;
  • fette biscottate;
  • focacce e altri snack;
  • crostini, crackers e gressini;
  • creme spalmabili dolci al cioccolato;
  • paste sfoglia.

 

Da dove nasce la controversia sugli eventuali rischi alla salute generati dal consumo di olio di palma?

L’accesso dibattito sugli eventuali rischi alla salute generati dal consumo di olio di palma hanno in realtà un’origine radicata nella filosofia ambientalista. In breve, è dimostrato come la produzione di olio di palma ha un impatto ambientale moderatamente elevato sull’ecosistema delle zone in cui avviene la coltivazione delle palme. La produzione dell’olio di palma implica operazioni di deforestazione di diversi ettari di vegetazione autoctona per far spazio alle piantagioni di Elaeis guineensis, dai frutti delle quali viene estratto l’alimento con una serie di conseguenze  devastanti anche sulla vita delle molte specie animali di quelle zone.

Da questa effettiva problematicità ambientalista che però nulla a che a vedere con la questione della salute delle persone e lo studio della nutrizione, diverse testate giornalistiche e media hanno generato il fenomeno “Pericolo olio di palma!”, imputando a questo alimento di origine vegetale la fama di essere una delle principali cause di malattie oncologiche e l’origine di diverse forme di tumore del nostro secolo.

Uno studio condotto a tal proposito il 3 maggio 2016 dal NFI-Nutrition Foundation of Italy e successivamente pubblicato sull’autorevole International Journal of FoodSciences and Nutrition ha categoricamente smentito questa tesi.

 

L’olio di palma per uso alimentare fa male alla salute dell’uomo, più di quanto non lo facciano altri alimenti consumati in quantità superiori al normale buonsenso.

 

L’olio di palma è da considerare al pari degli altri condimenti ricchi di acidi grassi saturi.

 

Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che permettono di associare il consumo di olio di palma con l’incidenza di malattie oncologiche e/o la mortalità per tumore.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’olio di palma?
Dal punto di vista nutrizionale il bilancio tra grassi saturi e insaturi dell’olio di palma è favorevole, con un valore pari a 1:1. L’assorbimento quindi dell’acido palmitico nell’uomo, è relativamente modesto. Per questo motivo consumare l’olio di palma aiuta ad aumentare gli alfa e beta carotenoidi antiossidanti, tocoferoli e tocotrieni. Diversi studi hanno evidenziato come queste sostanze siano fonti di funzione protettiva sulle membrane cellulari, modulando la sintesi di trombossano, molecola coinvolta nell’aggregazione delle piastrine del sangue. Questo significa quindi maggiore coagulazione. Di contro, quando si consuma un alimento che contiene olio di palma è bene ricordare che si tratta pur sempre di grassi saturi complessi che devono essere assunti con moderazione per rispettare una dieta sana.

 

Quali possono essere le alternative all’olio di palma?

Appurato che il consumo di olio di palma non nuocce direttamente alla salute dell’uomo, molti consumatori potrebbero voler compiere comunque una scelta etica e ambientale. Esistono molte alternative all’olio di palma che vanno valutate con attenzione. Ad esempio, i sostitutivi maggiormente impiegati per via del basso costo e delle caratteristiche simili sono l’olio di burro o il lardo strutto. Si tratta però di due grassi di origine animale che hanno un effetto negativo sull’aumento del colesterolo LDL, dopo poche assunzioni.

Le alternative, indubbiamente meno economiche, ma decisamente più salutari sono quelle che contengono esclusivamente grassi vegetali, come il burro di cacao, olio di cocco e il palmisto. Anche in questo caso però la moderazione è sempre opportuna. E’ bene ricordare sempre che l’apporto di grassi saturi che il corpo umano è in grado di assorbire senza danni resta comunque del 10% del consumo giornaliero. Questo significa che anche se di origine vegetale, la sostituzione dell’olio di palma anche se con questi ricavati può a lungo andare a generare un sensibile innalzamento dei valori del colesterolo “cattivo”.

 

Avete ancora qualche dubbio sull’assunzione dell’olio di palma? Volete sapere se si tratta dell’alimento indicato per una dieta salutare? La dottoressa Manuela Baldi e lo staff di medici nutrizionisti di Biomedica Tortonese sono sempre a disposizione per valutare attentamente l’alimentazione più corretta. Contattate ora il poliambulatorio!